OMELIA A CONCLUSIONE DELLA FESTA PATRONALE DI CERCHIATE
16 maggio 2017
Maria ci insegna, anzi ci mostra, perché lei stessa prova piacere, i piaceri più veri e profondi e duraturi.
Durante la processione ci saranno annunciati altri cinque piaceri.
Qui vediamo alcuni tra i piaceri fondamentali.
Il piacere di vivere
Non è scontato. Tanti si lamentano della loro vita, tanti si stancano, tanti sono alla ricerca di piaceri effimeri, che non danno una vera felicità.
Maria ha vissuto con gioia fino in fondo, anche quando, segnata dal dolore, ha seguito Gesù fino alla croce. Ma ha sempre creduto nella vita. Per questo, al termine della sua vita, è stata assunta in cielo, perché la vita continua e perché il piacere di vivere, quando siamo in Gesù, è eterno, come la vita.
Il piacere di vedere
Neppure questo è scontato, molte volte non vogliamo vedere, la realtà ci fa paura, temiamo di guardare in faccia la sofferenza, abbiamo paura del pensiero della morte, soprattutto vogliamo evitare di essere giudicati, visti, colti in fallo per i nostri limiti, i nostri errori. Perciò preferiamo non vedere, per non far vedere…
Maria non aveva un peccato da nascondere. Non l’aveva perché da sempre, fin dal concepimento è stata trasparente a Dio, ogni peccato lo si sarebbe visto subito, prima ancora che fosse pensato, forse per questo non ne ha mai commessi. Maria può permettersi di vedere il peccato e di richiamare l’umanità alla conversione, come ha fatto a Fatima.
Vedere ci conduce a un piacere tutto particolare, quello di manifestare noi stessi, la nostra verità più profonda. È vero: mostriamo anche il male che c’è in noi (male che è comunque da riconoscere, ammettere, per poterlo superare), ma mostriamo anche i nostri desideri più veri, anche il desiderio di amare, desiderio che tutti, in fondo, abbiamo.
Il piacere di generare
Anche questo non è scontato. Siamo in un paese dalla natalità bassa, la nostra razza è destinata a scomparire. Ma non scomparirà l’umanità, né scompariranno le possibilità di amore (da accogliere e donare) che ogni vita umana porta in sé. Abbiamo paura a generare figli, paura perché costano soldi, fatica e impegno, paura perché abbiamo altri progetti. Uno due figli, vanno più che bene per soddisfare il nostro istinto di conservazione della specie, per provare il piacere di mettere al mondo qualcuno… ma non cogliamo più la verità del generare e l’immenso piacere a cui ci apre.
Maria non ha generato solo un figlio. Fisicamente, sì. Ha generato solo il Figlio di Dio. Ma ha generato tutti noi, ha generato la Chiesa, è Madre della Chiesa. Ci insegna a farci carico di tutti, non solo dei nostri figli, ci insegna a prenderci a cuore un’umanità che ha bisogno di essere amata. Insegna a tutti noi credenti per essere responsabili di tutti gli uomini e le donne.
È un piacere assumerci queste responsabilità , trasmettere vita, trasmettere amore.
É il piacere di generare, di mettere in atto questo compito che il Signore affida a tutti, ciascuno nel suo stato, nella sua situazione. Lo affida anche a me, che sono celibe, mi chiede di generare costantemente questa comunità alla fede.
Solo per questo abbiamo fatto questa festa, per indicare la fede e condividere il piacere di vivere, di vedere, di generare, di credere.