PRIMA OMELIA DI DON SIMONE TRA NOI
Festa degli Oratorio 2017
VEDRAI CHE BELLO!
Lettura del Vangelo secondo Giovanni (1,35-39)
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Pregando su questo brano di Vangelo, mi ha interrogato tanto la domanda che Gesù pone a questi due uomini. Pensate che nel Vangelo di Giovanni queste sono le prime parole che Gesù pronuncia: “Che cosa cercate?”.
La prima volta ho letto questa domanda con accento un po’ snob del tipo: “che vuoi? Ma che volete da me?” ma mi sembrava un po’ troppo da cafoni, non tanto da Gesù, e non spiegherebbe soprattutto ciò che successe dopo.
Allora la seconda volta interpretai questa domanda intendendola cosi: “che cosa volete?”… cosa volete dalla vita? Cosa desiderate? Quali sono i vostri più grandi desideri? Una domanda profonda, che appella la vita di questi uomini, che ci chiede di scavare più a fondo in noi stessi. Tuttavia solo la terza volta che rilessi il brano mi accorsi che Gesù non usò la parola volere, bensì la parola cercare: “che cosa cercate?
Ed è una domanda ancora più bella!
Eh si… perché non si cerca se non ciò che si sa di trovare!
Mentre che cosa vuoi? Dice più di una idea di un desiderio che si può avere, di un ideale a cui si aspira. Cosa cerchi? Parla di qualcosa o qualcuno che siamo sicuri di trovare. Uno cerca qualcosa che sa bene che c’è!
Questa domanda scuote gli animi di questi due discepoli!
Ma scuote anche i cuori di tutti.
Che cosa cercherei se fossi nei panni di Giobbe? Cercherei probabilmente la fine di tutte le sventure, che oggi abbiamo sentito essergli capitate, e cercherei la gioia che il Signore promette anche dentro il non senso del male vissuto.
Che cosa cercherei se fossi nei panni di Paolo? “Che tutti raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù”, come afferma nella lettera a Timoteo ascoltata poco fa.
“Ed io che cosa cerco?”
Io don Simone, cerco quella umanità piena che so che il Signore mi promette. Cerco quella forza di cambiamento, che Lui mi ha donato in questi ultimi anni, in cui L’ho conosciuto veramente. Cerco quelle amicizie che hanno il sapore di libertà che il Signore mi ha insegnato a vivere. Cerco quella gioia che il Signore mi dona quando mi lascio guidare da lui e non solo dai miei desideri!
E come Paolo cerco che tutti possano riconoscere questo meraviglioso disegno che Dio ha su ciascuno di noi.
Oggi la domanda di Gesù è consegnata a ciascuno di noi: E tu … che cosa cerchi? Che cosa sai che c’è da cercare? Che cosa sai di trovare?!
Ma la ricerca si sa! Chiede tempo, chiede impegno, chiede forza, energia, sguardo attento… in una parola, chiede di mettersi in gioco!
“Dove abiti?” i due discepoli rispondono, vogliono conoscerlo, i discepoli intuiscono che ciò che cercano potrebbe essere con questo Gesù. Gesù, tuttavia non risponde, dicendogli quello che chiedono, bensì risponde invitandoli: “Venite e vedrete! Vieni e vedrai che bello!”. Gesù li invita ad un’avventura straordinaria, che è in grado di stupirci e meravigliarci. Gesù invita anche noi a vivere i suoi doni, e molti qui sono sicuro hanno già vissuto questo straordinario suo invito che dice: “vieni, vedrai che bello!”
– nell’amare la mia sposa o il mio sposo;
– nel dono di un figlio che stravolge la vita;
– negli imprevedibili legami creati nel servizio vissuto verso i fratelli;
– nella faticosa gioia inaspettata nell’animare i più piccoli durante l’oratorio estivo.
– anche io che qui comincio il mio ministero tra voi, il Signore sento che mi dice: vieni vedrai che bello!
Il Signore, non ci risparmia le fatiche, o il male che potremo incontrare, ma ci promette che con Lui sarà bellissimo!
Molti di noi, come questi due discepoli, ragazzi… sono qui a dirvi “vedrai che bello!”. Tutti i, i genitori, i nonni, il don, il vescovo, papa Francesco e addirittura tutti i santi, siamo proprio qui a dirvelo: Vedrai che bello!
Vedrai che bello è la promessa di questo Signore che stupisce sempre… non a caso i due discepoli, non solo si fidano e seguono Gesù, ma il racconto ci dice che rimasero lì con Lui, ed aggiunge… “erano circa le 4 del pomeriggio”. Questi discepoli si ricordano perfino l’ora di questo incontro avvenuto chissà quanti anni prima… Cavoli, dev’essere stato proprio bello!
don Simone