AL TERMINE DI QUESTO 2017

Non ho intenzione né la possibilità di fare un bilancio di quest’anno. E poi non so se davvero è questo il momento di farlo. Di occasioni per verificare come stiamo andando ce ne sono tante e spesso corriamo il rischio di guardarci troppo addosso senza più avere il tempo di vedere che cosa stia accadendo intorno a noi, o di alzare lo sguardo per vedere in alto ciò che il Signore propone edi andare avanti.

Tre cose però vorrei dire al termine di questo 2018.

Prima di fare un bilancio su tante cose capitate introno a noi, se sono state positive o negative, sento il bisogno di fare un esame di coscienza su di me. Vorrei capire se ho davvero annunciato il Vangelo, se l’ho vissuto in prima persona, se ho amato fino in fondo, fino a compromettermi, oppure se e in che misura mi sono lasciato bloccare dal mio peccato. Certo molti miei peccati rimangono (ma potrei dire che è meglio così: piuttosto di farne anche altri!) e con loro tanti miei limiti ed errori. Però sto cercando di camminare davvero con questa comunità e di seguire la voce dello Spirito, secondo lo stile del Vangelo, nella comunione con la Chiesa diocesana e di tutta la Chiesa Cattolica. Il cammino è ancora lungo e impegnativo e mi chiama a tanta conversione oltre a molta attenzione per sfuggire alle insidie di questo mondo che cerca sempre di piegarci alle sue logiche, ben diverse da quelle del Vangelo. Ma il Signore si fida ancora di me e si fida anche di tutti voi. Perciò siamo stimolati a rimetterci tutti in cammino.

C’è un verbo che ha segnato questo anno pastorale: osare. È una traduzione dell’invito espresso dal Vangelo e ripreso anche (con sfumature diverse) dal nostro patrono San Giovanni Paolo II: Non abbiate paura! (Cfr Mt 10,26). Sono parole emerse in Consiglio Pastorale per concludere la Visita Pastorale; parole che hanno segnato diverse iniziative lungo l’anno. Dobbiamo sempre più imparare a “osare il Vangelo”, a lasciarci plasmare da quella Parola, a proporlo a tutti, senza paura. Soprattutto dobbiamo vincere le paure di guadagnare meno, di perdere, di essere emarginati, sconfitti, perseguitati… Il Vangelo è destinato a vincere, ma questo non comporta necessariamente la nostra vittoria, almeno non quella in questo mondo. Io cercherò sempre di annunciare il Vangelo, senza paura di offendere la dignità di chissà chi, perché il Vangelo è un bene per tutti e tutti ne hanno bisogno, e a tutti dona vera dignità e valore, anche a chi lo rifiuta. Perciò, se non devo imporlo, non posso neppure tacerlo, devo proporlo, annunciarlo. E invito tutta la Comunità a proporlo con me. Questo è osare. Pero ha bisogno Vangelo, se non lo annunciassi, sarei in grave difetto.

Quest’anno abbiamo salutato don Giacomo che ci ha lasciato per esercitare altrove il suo ministero e abbiamo accolto don Marko (che è qui soprattutto per studiare) e don Simone. Sono stati momenti ricchi. Il vuoto che don Giacomo ha lasciato si tocca con mano, ma altrettanto visibile è il bene che ha seminato tra noi. La mia preghiera è che, come lui ha chiesto di pregare, maturi presto tra noi qualche vocazione al sacerdozio o di speciale consacrazione. Abbiamo già avuto modo di godere della disponibilità di don Marko e dell’entusiasmo di don Simone. Personalmente ringrazio perché abbiamo iniziato a camminare insieme tutti e quattro (c’è anche don Alessio) come comunità di sacerdoti, condividendo la preghiera, il Vangelo, le prospettive e le scelte da fare con tutta la comunità. Ringrazio don Simone soprattutto per lo stile con cui ha iniziato a essere presente tra noi. E ringrazio don Alessio per la costante disponibilità e il prezioso sostegno che mi sta donando. Restiamo sempre in attesa e nella speranza che una comunità di consacrate (suore) possa stabilirsi nella nostra Comunità e diffondere la gioia e la ricchezza della loro presenza di fede.

Permettetemi di aggiungere anche un ultimo accenno al Consiglio Pastorale con cui condivido tanti pareri, da cui accolgo tanti consigli e che considero un bene prezioso per la nostra comunità.
Un grazie particolare a ciascuno dei suoi membri e una gratitudine profonda anche per tutti voi che vi sentite parte viva di questa Comunità Pastorale.

don Maurizio