CONFESSIONI DI UN PARROCO (a cui è stato affidato don Simone)
CONFESSIONI DI UN PARROCO (a cui è stato affidato don Simone)
Lo confesso, lo ammetto: anch’io ho tante attese da don Simone! Ammettetelo, confessatelo anche voi: ne avete tutti! Qualche attesa è segreta, altre sono esplicite. C’è chi si attende un prete come-quelli-di-una-volta, che riproponga i metodi che allora (ci sembra di ricordare) funzionavano. Altri che apra un po’ di più questo Oratorio e lo renda meno rigido, altri ancora che metta regole più precise, perché così non funziona più niente, oppure che sappia catturare i giovani con la sua simpatia o con proposte “moderne”, qualcun spera che almeno faccia tornare nel nipotino (di 17 anni!) la voglia an-dare a Messa… ognuno ha la sua attese. Anch’io ho le mie.
Mi permetto di esprimerle. Almeno ci provo. Più che attese sono desideri, tenui ma capaci di diventare programmatici.
Esprimo subito il desiderio più importante: desidero che don Simone sia se stesso, che esprime il meglio di sé, che manifesti così la gioia di credere e di seguire Gesù, la comunichi e faccia venire il desiderio di fare altrettanto.
Desidero, poi, che preghi. So che prega e che ci tiene, tante volte abbiamo già pregato insieme. Perché non c’è vera azione pastorale che non parta dall’Amore di Dio: questo don Simone lo sa bene. E sa anche che il meglio di sé lo tira fuori proprio quando parte dal Signore: lo ha già sperimentato!
Desidero, infine, che incontri tante persone, bambini e giovani e genitori. Desidero che incontri anche adulti anziani, credenti o non credenti, persone “serie” (?) o disadattate, realizzate o arrabbiate… Desidero che parli con tutti, che li accosti con l’ascolto, che porti a tutti il suo sorriso. So che già fa così, perciò desidero che possa continuare a esserlo sempre di più!
don Maurizio