AVVENTO 2018: CAMMINIAMO IN UMILTÀ /4
L’umiltà di Giovanni Battista
Giovedì scorso ho proposto la Scuola della Parola. Ritengo sia una proposta importante. La Parola di Dio è e deve stare alla base della nostra fede. Pregare la Parola di Dio è fondamentale per un credente di oggi, per non ridurre la nostra fede a un fatto soggettivo e ripartire costantemente Dio e non da noi.
Cerco di prepararmi adeguatamente alla Scuola della Parola, sottraendo tempo (e sonno) a tante incombenze che sotto Natale sono particolarmente concentrate. Studio e approfondisco la Parola di Dio per offrire il meglio. Mi sento bravo a fare questo, mi scaldo il cuore. E i risultati sono spesso ricchi, grazie al contributo di tutti.
Però non siamo mai in tanti a seguire la Scuola della Parola. Circa una dozzina. Quest’ultimo giovedì eravamo in tre. Con me c’erano un uomo e una donna, uno di Pero e uno di Cerchiate. Per me è stata una bella lezione di umiltà!
Il Signore ci ha comunque regalato frutti particolarmente belli. Abbiamo pregato i salmi 2 e 110(109). Parlavano del re di Israele, il consacrato a cui il Signore Dio sottomette tutti i popoli. Nel salmo 110 lo rende addirittura sacerdote.
Mi sono sentito chiamato a contemplare Gesù, il Cristo (cioè il consacra-to), il suo intimo rapporto con Dio Padre. Ho intuito quanto il mondo abbia bisogno di Lui. Ho capito qualcosa di Giovanni Battista che, contro il parere dei suoi stessi discepoli, dice che Gesù dovrà crescere, mentre lui – Giovanni – dovrà diminuire. Un’altra bella lezione di umiltà!
Ho capito che quei due che pregavano con me non erano “solo” due. Infatti Gesù dice: “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). Gesù era con noi, con tutta la sua maestà. Parlava e mi diceva: “Sii umile, non pensare di essere un bravo predicatore che attira tanti fedeli con le sue rocambolesche scuole della Parola, Impara da Giovanni: anche tu devi diminuire, se vuoi che io cresca, che estenda il mio potere su tutti: perché il mio potere non si impone, il mio potere è l’amore!”.
Ho capito che saranno ben altre le umiliazioni che dovrò affrontare. Ma porteranno a rendere più viva la presenza di Cristo tra noi. Questo è ciò che conta.
don Maurizio.