OMELIA PER LA FESTA DEL SACRO CUORE 2019

Parliamo di cuore, e non appiattiamolo a qualcosa di puramente sentimentale. Parliamo di cuore intendendo, con questa parola l’interiorità, la verità più profonda di ogni persona, da dove partono pensieri, emozioni, decisioni.
Parliamo soprattutto del cuore di Gesù, cuore d’amore infinito, che spinge alla croce e si apre a tutti.
La Parola di Dio oggi ci parla di un cuore che perdona, che ama fino al punto da perdonare, e non si dà pace, e sopporta ogni sofferenza, fino alla morte, fino a quando non può offrire il suo perdono. Così è il Sacro Cuore di Gesù. L’immagine usata dalla Parola di Dio è quella del pastore buono che raduna le pecore disperse e cerca la pecora smarrita.
Il cuore di Gesù offre il suo perdono anche ai suoi nemici, anche a chi lo fa soffrire e lo uccide.
Partiamo da qui, dal Sacro Cuore di Gesù, per parlare anche del nostro cuore, così piccino e misero.

Io sono qui con il cuore sofferente, con il desiderio di consolare tanti cuori sofferenti.
Il cuore soffre di tutto ciò che non è amore, soffre per ciò che non costruisce armonia, pace, amicizia. Fa molto male un cuore che soffre! Fa male perché si spezza nell’intimo ciò che di più personale abbiamo, ciò che siamo: ci distrugge!
Io ho il cuore sofferente perché vedo questo Comunità e questa cittadina che mi è affidata soffrire a causa di lacerazioni che toccano il cuore di tanti, di lacerazioni che generano fratture, divisioni, contrasti, insulti, veleni, cattiverie, conflitti, esclusioni, indifferenze… Tutto questo è indegno da parte di chi ha conosciuto Gesù e vuole seguirlo.
Noi ora vogliamo guardare il Sacro Cuore di Gesù, per percepire tutta la sua sofferenza, per condividerla con la nostra, per avvicinarla alla sofferenza di chiunque tra noi abbia il cuore spezzato, dolorante, segnato da questi veleni.
Noi ora vogliamo imparare ad amare così come ha amato Gesù, come ha amato il suo Sacro Cuore.

Questo io voglio chiedere oggi alla Comunità Pastorale San Giovanni Paolo II che vive in Pero e Cerchiate. E lo chiedo anche a chi non si riconosce in questa Comunità, ma qui vive. Propongo a tutti di guardare il Sacro Cuore di Gesù per amare come Lui.

Come possiamo fare?

Anzitutto dobbiamo imparare a guardare il cuore, ogni cuore: il cuore di Gesù, il nostro cuore, il cuore di ogni persona che incontriamo o di cui ci giunge solo notizia, amica o nemica. Dobbiamo imparare a leggere l’interiorità di ciascuno, condividerne le sofferenze, apprezzarne i desideri. Dobbiamo anche fermarci per rispettare il mistero, lì dove il cuore è inaccessibile, quando incontriamo chi non vuole mostrare il proprio cuore, chi non è ancora pronto a rischiare mostrando la propria verità.

Poi dobbiamo guardare e riconoscere il peccato. Il nostro peccato, anzitutto. Non dimentichiamoci mai di essere peccatori, perdonati, ma peccatori. Il nostro cuore è un cuore perdonato e costantemente bisognoso di perdono. Noi dobbiamo continuamente chiedere perdono anche per i peccati commessi da chi ci sta accanto, perché ne siamo tutti corresponsabili, siamo una Comunità. Soprattutto dobbiamo chiedere perdono se abbiamo anche involontariamente offeso qualcuno, giudicato, condannato.

Solo partendo dal nostro essere peccatori possiamo permetterci di guardare il peccato altrui. È doveroso denunciare il male ovunque si trovi, ma sempre con il desiderio di salvare il peccatore. Questo passaggio è fondamentale per il nostro essere cristiani. Mai e poi mai possiamo permetterci di giudicare un altro, fosse anche il peggiore tra i peccatori, fosse un mafioso, un terrorista, un criminale recidivo, anche se fosse colui che ci ha rovinato la vita. Noi voglia-mo e dobbiamo essere il popolo del perdono offerto. Non si tratta di ignorare il male – anzi -, ma di proporre di riconoscerlo e vincerlo.

Poi dobbiamo tornare a guardarci negli occhi, a salutarci con la gioia di salutarci. Gli occhi sono la porta del cuore. Anche la forma ha il suo valore, ma certamente essa può e deve esprimere la verità del nostro cuore, di ciò che vogliamo costruire, del perdono che vogliamo chiedere e offrire. Io chiedo perdono per le tante volte in cui mi chiudo in me stesso, nei miei pensieri, e vi chiedo di aiutarmi a saper sorridere a tutti, a tutti offrire il mio cuore. Ma chiedo a ciascuno di voi di farvi portavoce perché rinasca un modo nuovo di vivere insieme, secondo lo stile del Cuore di Gesù.

don Maurizio