5-6 ottobre: RINNOVO DEL CONSIGLIO PASTORALE – 2
Durante le Messe raccoglieremo le nostre preferenze per il rinnovo del CONSIGLIO PASTORALE
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Si dice che il vino si fa con l’uva che abbiamo oppure che il fuoco brucia con la legna a disposizione. L’immagine può sembrare brutale, ma credo che possa aiutarci a capire come possiamo plasmare una Comunità.
È facile volere una Comunità ideale, costruita secondo i più sani criteri e le più alte virtù, ma una Comunità è fatta di persone concrete, con i loro limiti e i loro difetti. Può succedere che ci immaginiamo una Comunità che ricopi quella di una volta, quella nella quale siamo cresciuti e che ci ha aiutato, ma dimentichiamo che anche quella Comunità aveva i suoi difetti e, nonostante questo, ci ha permesso di crescere; allo stesso modo anche oggi una Comunità vera potrà plasmare le giovani generazioni e aiutare i più maturi a costruire la loro vita.
Certamente fare memoria del nostro passato è importante e assolutamente necessario, ma non per restarne imprigionati, bensì per crescere ancora di più.
Per questo è importante, nella Comunità pastorale che vuole far vivere il Vangelo tra noi, valorizzare tutte le potenzialità, vecchie e nuove, che sono presenti e costruire la nostra Comunità di oggi.
Pensare una Comunità così è un lavoro costante, che non può essere fatto una volta per tutte. Chiede una lettura continua della realtà e un’attenzione profonda agli aspetti più marginali e alle persone che rischiano di essere escluse.
Questo è il lavoro del Consiglio Pastorale. È il difficile compito di chi aiuta il parroco a guidare una Comunità sulle strade che il Signore propone.
Ci sono guide sicure, Gesù stesso, con il suo Vangelo, e il Vescovo con le sue linee e le sue sollecitazioni, insieme alla tradizione, alla storia che ha segnato la nostra Comunità.
don Maurizio