OMELIA PER LA VEGLIA DI RISURREZIONE
Per noi cristiani, noi cristiani oggi a Pero e Cerchiate, è indispensabile ripartire da qui, sempre, ogni volta, ogni giorno. Per noi è indispensabile ripartire dalla Pasqua, ripartire dalla passione, morte e risurrezione di Gesù. Anche oggi, soprattutto oggi, in questa situazione di emergenza, di restrizioni, di fatiche e, – per tanti, troppi di noi – di morte. Vivere la Pasqua in questa situazione ci spinge a rivedere la nostra fede, a fare in modo che la nostra adesione a Cristo diventi più vera, più corrispondente a quanto il Signore ci chiede.
Oggi è Pasqua, ma la Pasqua è già venuta. Da quasi duemila anni risuona l’annuncio di Gesù risorto. Per alcune settimane alcuni discepoli lo hanno visto vivo dopo la sua morte, lo hanno detto, raccontato e il loro annuncio è risuonato fino a noi. Questo annuncio cambia radicalmente la vita e il suo valore.
Credere che la Pasqua è già venuta non significa considerarla come un fatto ormai passato e poi rassegnarsi al fatto che nel mondo stiamo ancora male, le guerre e le ingiustizie continuano a scatenarsi, le epidemie si diffondono a tutto oggi, uomini e donne muoiono ancora, tante vite appaiono inutili, fallite… tutto questo porta a considerare inutile Gesù, il suo Vangelo, la sua morte e risurrezione. Credere che la Pasqua è già venuta non significa pretendere una situazione che ormai ci faccia star bene, dove lo star bene coincide con quello che desideriamo noi.
Credere che la Pasqua è già venuta significa avere la possibilità di incontrare Gesù, significa sapere che Gesù è vivo e noi possiamo farne esperienza. In duemila anni di storia tanti uomini e donne hanno dato valore alla loro vita, l’hanno resa bella, una presenza buona perché tutti hanno saputo amare, accogliere, donare, impegnarsi, consolare, indicare, costruire… molti hanno vissuto così in nome della fede, e tanti altri sono stimolati dallo stile di Gesù, pur senza darvi un’adesione esplicita. Anche per noi oggi è possibile tutto questo.
Oggi è Pasqua, Gesù muore e risorge oggi.
Chi crede sa bene che possiamo dire che oggi è Pasqua, che il Signore Gesù è veramente risorto non perché oggi può avvenire il miracolo di far sparire questo virus così infido, e con il virus i pericoli che corriamo e i tremendi disagi che ne derivano. La Pasqua proietta il nostro oggi, oltre i nostri orizzonti, oltre i tempi lunghi per tornare ad abbracciarci tutti, oltre i nostri progetti, che sono ora bloccati o rallentati, oltre le nostre aspettative di vita, persino oltre la nostra morte. Oggi è Pasqua perché oggi Gesù risorto, in mezzo a noi, – sia pure senza la presenza del Sacramento – ci dice che la nostra vita vale di più di quello che ora riusciamo a fare. Ci fa capire che tanto nostro impegno e tanta dedizione oggi, anche se non sembrano fare grandi frutti, sono segno di un amore, quello di Dio che non ci lascia mai, neppure in questo tempo di sofferenza.
Oggi è Pasqua e la Pasqua verrà. Noi crediamo questo.
Chi pensa che la fede in Gesù sia la certezza che Dio farà finire tutto questo si sbaglia. Non è questo che ci insegna Gesù, non è questo che ci insegna la Pasqua che stiamo celebrando.
Quando abbiamo detto “la Pasqua verrà” intendevamo forse dire che quando sarà Pasqua, cioè oggi, tutta questa situazione finirà? No di certo. Oppure intendevamo che prima o poi il Signore avrebbe sistemato tutto rimettendo tutto come prima? Chi pensa così forse deve correggere la sua fede cristiana.
Noi cristiani crediamo altro. Per noi la fede nella Pasqua è ben altro.
Noi quando diciamo che “la Pasqua verrà” intendiamo dire che dobbiamo andare fino in fondo, anzi che il Signore ci permetterà di andare fino in fondo alla nostra vita, così come è andato fino in fondo Gesù. Lui è andato fino alla croce, fino al sepolcro, fino agli inferi, fino alla risurrezione. Quando diciamo che “la Pasqua verrà anche per noi” intendiamo dire che possiamo, grazie a Gesù, e solo perché c’è Lui, possiamo anche noi andare fino in fondo, fino a condividere sofferenza e morte, fino a morire, fino agli inferi, fino al disprezzo, fino al rifiuto, ma accolti dal Padre e capaci di risorgere. Solo con Gesù, con il suo amore, possiamo permetterci di affrontare questa epidemia così: andando fino in fondo nell’amore.
don Maurizio