Omelia III domenica di Pasqua
Carissimi, mentre meditavo sulle parole delle letture di questa III domenica di Pasqua, ho pensato anche alla festa di ieri, alla festa della Liberazione.
Ci sono tante persone che hanno sacrificato la loro vita per il bene comune, per il bene della nazione, per l’Italia. Grazie a loro noi possiamo oggi muoverci, agire, vivere senza problemi perché siamo liberi.
La festa di ieri coincide anche con la festa di san Marco, giorno in cui ho ricevuto tanti messaggi di auguri per il mio onomastico.
Mettendo insieme queste due coincidenze sono stato aiutato a comprendere il messaggio che scorre nelle tre letture di questa domenica.
Ciò che ci dà gioia è sapere che ci sono persone che pensano a me, persone che vogliono molto bene a me e ad altri.
Se noi siamo capaci di fare cose buone, di avere buoni sentimenti verso gli altri, di augurare bene agli altri, pensate quanto bene Dio farà!
La domanda a cui oggi mette di fronte seconda lettura è questa: come fa Dio a fare tanto bene?
la risposta è l’amore: Dio fa tanto bene per amore!
C’è una risposta molto interessante anche nelle altre due letture, la prima lettura e il Vangelo. Entrambe hanno in comune un riferimento allo Spirito santo.
Ci viene richiesto di essere piccoli. È un invito all’umiltà. Quando Paolo chiede ai credenti di Efeso quale battesimo abbiano ricevuto, loro gentilmente dicono “Noi non sappiamo”.Allo stesso modo Giovanni Battista nel Vangelo ammette di non essere lui il Cristo, ma riconosce in Gesù il vero Cristo e lo fa grazie al segno dello Spirito santo, che ha visto “scendere” su Gesù.
Dunque la Parola di Dio ci insegna che nella nostra vita dobbiamo sempre essere umili e sinceri: se non sappiamo qualcosa, dobbiamo ammetterlo. Ammettendo la nostra ignoranza noi offriamo un indizio alla conoscenza della Verità.
Come cristiani siamo invitati a essere testimoni di Cristo. Ma come possiamo essere testimoni se non sappiamo “scendere” (così come lo Spirito santo che “scende” su Gesù), scendere e scrutare nel profondo di noi stessi?
Se “scendiamo” in noi stessi scopriamo che c’è Qualcuno più grande di noi. C’è chi ci aiuta a capire quel mistero che siamo noi.
Scopriamo che c’è chi ci aiuta a svolgere il compito a noi affidato.
Dio ci aiuterà.
Anche noi siamo sollecitati ad aiutare gli altri, perché tutti possiamo arrivare a vivere un incontro serio con Gesù.
Se viviamo nella fede, possiamo incontrare Cristo nel fratello, nella sorella, nella madre, nel padre, ecc. Lì posso vedere Cristo.
Possiamo scoprire la presenza di una persona grande, che pensa per noi, è Dio. Dio pensa a noi e ci vuole tanto bene!
Si sottolinea bene questo aspetto nella seconda lettura: Cristo, come sommo sacerdote, ci ha fatti liberi mediante la sua donazione totale, cioè con la sua morte sulla croce.
Alla base di questo dono c’è l’amore. Non c’è altro: solo l’amore.
Chiediamo al Signore di aiutarci, anche se siamo deboli, a offrire speranza e a guidare gli altri affinché anche le persone più “piccole” possano incontrare Cristo nella loro vita quotidiana.
Con Dio tutto è possibile!
Sia lodato Gesù Cristo.
don Marko