IL GUSTO DEL CONTATTO

Abbiamo ripreso a celebrare con la presenza del popolo. Lo abbiamo fatto nella solennità dell’Ascensione. L’emozione (almeno per me) è stata grande. L’Eucaristia è davvero un dono, non certo qualcosa di scontato.

L’artificiosità dei protocolli per la sicurezza da eventuali contagi, la fatica nel reperire e coordinare il servizio d’ordine, i costi per tutti gli adeguamenti e l’acquisto di igienizzanti e presidi di sicurezza non possono impedire l’esperienza di un “contatto” che il Signore ci offre per dirci: «Io mi dono fino in fondo, mi dono tutto, mi dono al Padre, per te!».

In questo periodo ci sono mancati molto e mancano ancora i contatti; parlo di contatti fisici (non virtuali), del guardarci in faccia, del far percepire la nostra presenza, il calore, la gioia, la passione, il dolore che abbiamo dentro….

Alcuni non ce la fanno più: escono per strade e si fermano volentieri a parlare (purtroppo non sempre rispettando le sicurezze!); altri restano ancora chiusi in casa perché non osano rischiare. Non saprei dire chi esageri.

Siamo e saremo ancora in pochi a Messa. Probabilmente non torneremo ai numeri di prima. Siamo e saremo sempre più una presenza di minoranza. Ma quel contatto è qualcosa di forte! Parlo del contatto eucaristico, di quel Gesù che pure si sottrae al nostro sguardo, che sfugge ai nostri abbracci, ma si dona come pane e vino, pane spezzato e vino versato, si dona come corpo e sangue, come presenza e vita.

Il contatto che Gesù vuole vivere con noi ci spinge a contattare tutti, rispettando i protocolli, rispettando le sicurezze, ma non impendendoci i contatti, contatti veri che facciano trasparire quella carità che Lui ci trasmette; contatti che diventino presenza, conforto, sostegno, servizio, impegno…

Chi preferisce restare ancora in casa e non vivere l’Eucaristia fa bene, purché non spenga il desiderio di questo contatto e possa, appena gli sarà possibile, viverlo, gustarlo, diffonderlo.

Chi invece partecipa all’Eucaristia, colga tutta la ricchezza che vi si sprigiona. Anche se la vive quotidianamente ne riconosca sempre l’eccezionalità. Non freni quella spinta, che da lì nasce, a contattare tutti i fratelli, soprattutto i più bisognosi.

Un’ultima parola per dire grazie ai tanti che hanno permesso e ancora permettono lo svolgimento delle nostre celebrazioni. Molti hanno dato e danno il loro tempo, molti volontari e anche alcuni professionisti. Hanno speso e spenderanno ancora energie e soldi (speriamo di far quadrare i bilanci!). Pensare, far conoscere e rispettare i protocolli si è rivelata un’impresa costosa, ma la forza dell’Eucaristia ci sosterrà.

don Maurizio