UN RICORDO DI DON GIUSEPPE GHEZZI

UN RICORDO DI DON GIUSEPPE GHEZZI

a trent’anni dalla sua morte


Sono passati trent’anni dalla morte di don Giuseppe Ghezzi.
Il seme del Vangelo da lui sparso sta dando ancora frutti.
Abbiamo chiesto a un parrocchiano di Pero di ricordarcelo e di presentarlo a chi non ha avuto modo di conoscerlo di persona.

Don Giuseppe Ghezzi nato a Gorgonzola il 4 marzo 1916, ordinato sacerdote nel 1941, venne come parroco a Pero il 27 luglio 1947, e rimase fino alla sua morte 1 dicembre 1990.

In quel tempo Pero era ancora un piccolo paese contadino e solo nei primi anni cinquanta ha iniziato ad avere una grande immigrazione dovuta in parte alla costruzione della raffineria, allora chiamata Condor, ed in parte all’insediamento delle fabbriche che si trasferirono da Milano a Pero.

Sono molti a ricordare la funzione chiave di Don Giuseppe per trovare lavoro e contatti ai nuovi immigrati, ruolo che riflette la sua influenza non solo all’interno della comunità ma anche nel mondo lavorativo delle industrie locali, le visite serali alle varie famiglie in cui si rendeva conto, in pratica, della realtà comunitaria e sociale del paese.

Nel 1949 è stata iniziata la costruzione dell’oratorio, con l’aiuto materiale di molti parrocchiani, terminato nel 1959, fino ad allora collocato in una sala della parrocchia in cui al sabato sera venivano proiettate pellicole cinemato-grafiche, oltre alla sala da ballo nel circolo famigliare, unici punti di incontro sociali in tutto il paese, anche se in contrapposizione.

Don Cesare riporta in un suo scritto un’immagine di Don Giuseppe di quegli anni: «“Allora tu sei il prete che mi hanno mandato, senti: qui c’è una cosa sola da fare: tirarsi su le maniche e lavorare, – aggiungendo –  e pregare”. “Quando debbo venire?” ”Entro Domenica” e aggiunge: “Alla Domenica qui non si deve mai mancare”.

Negli anni 60: vennero gli immigrati del Polesine e poi a migliaia i calabresi, i pugliesi, i siciliani, gli abruzzesi… tutti trovarono accoglienza, comprensione e disponibilità nell’asilo parrocchiale, voluto con determinatezza da Don Giuseppe, come espressione dell’identità religiosa e ideale della comunità cattolica locale che ha inteso assumersi l’impegno di soddisfare un’esigenza sociale, gestito, allora dalle suore.

Gli anni 60-70 furono anni di grandi sacrifici, tante famiglie non erano in grado di far fronte alle spese famigliari e alla retta, si deve alla determinazione di Don Giuseppe e alle suore di allora se il servizio della scuola materna poté continuare a vivere.

Mentre la chiesa attuale, iniziata nel 1960 è stata inaugurata nel settembre 1962.

In tutti questi anni nella nostra comunità sono passati molti preti come coadiutori, lui li ha sempre aiutati e protetti nella loro opera pastorale, rispettando le diversità di ognuno, considerandoli i suoi preti.

Don Giuseppe Ghezzi praticamente ha visto e contribuito a far nascere il nuovo paese. Lui ha fatto di tutto: ha dato precedenza alle persone in quanto tali, nello stesso tempo ha messo in pratica tutto quello che era uscito dal Concilio Vaticano II, ad esempio, per titoli: la Santa Messa in Italiano accompagnata da un lettore, il consiglio Pastorale, l’assemblea della Comunità.

Non c’è bisogno di libri per ricordare Don Giuseppe, i poveri che hanno avuto a che fare con lui lo ricordano bene. Gli altri, che lo hanno a volte ingannato, lo ricordano, nonostante tutto, anche loro.

Dal testamento spirituale:

Ringrazio Dio del dono della vita…
Di avermi fatto nascere in una famiglia cristiana….
Di avermi dato una vocazione sacerdotale…
Di avermi voluto pastore di questa comunità…
Mi affido alle vostre preghiere e spero che non mancheranno…
Mi sarete sempre vicino nella preghiera che a Dio rivolgerò
perché possiate tutti essere fratelli
e che la comunità di Pero sia
UNA VERA FAMIGLIA BENEDETTA DA DIO.

Angelo Rovida