25 APRILE: NON È FINITA

25 APRILE: NON È FINITA

Cado anch’io nella facile tentazione di paragonare questa epidemia con la guerra e, di conseguenza, di confrontare anche la tanto desiderata ripartenza (o apertura) delle attività con il dopo guerra.

Vorrei qui solo raccogliere un insegnamento che ritengo utile oggi: non è finita!

Non era finito tutto con il 25 aprile 1945. Si continuò a lottare, a sparare e a uccidere, sono state fatte ancora tante atrocità, si è sprigionato odio.

Anche oggi non è finita. Non è certo finita l’epidemia (chissà quanto dovremo ancora aspettare per dirlo davvero!) e non sono finite le restrizioni, le chiusure. Tanto meno finiranno le contrapposizioni, le critiche, le polemiche e tante brutture.

Dobbiamo mettere in conto che avremo ancora tante fatiche e sofferenze da affrontare. Toccherà a noi, a noi Comunità di chi crede in Gesù e lo segue, mostrare la possibilità di uno stile diverso, che non si rassegna al male, neppure a quello compiuto da noi, ma riparte sempre puntando a qualcosa di più grande e bello, puntando a uno stile di vita evangelica, alla santità.

Non è finita, ma dobbiamo già oggi sognare e, subito, passare dal sogno alla riflessione e alla progettazione. Questo comporta la fatica di pensare, di ascoltare, cercare di capire, confrontare, proporre, correggere, riprovare… Noi, che scegliamo Gesù, abbiamo la possibilità e la responsabilità di pensare e offrire i frutti della nostra riflessione. E questo perché noi ci mettiamo in ascolto di Gesù stesso, della sua Parola e della sua vita. Perché noi abbiamo il sostegno dei sacramenti, dell’incontro con Gesù vivo, dell’esperienza del suo amore. Perciò noi abbiamo tanto da condividere e offrire. Noi siamo spronati a un impegno che non si ferma neppure davanti al nostro peccato.

Non è finita, anzi comincia, è già iniziata. È già iniziato il Regno di Dio e chiede a noi di diffonderlo, anche oggi, anche qui, a Pero e a Cerchiate.

don Maurizio