COMANDAMENTI
La Parola di Dio proposta per questa domenica parla dei comandamenti, anzi del comandamento per eccellenza, quello dell’amore. Abbiamo un unico comandamento: “Ama!”. Ama Dio e ama il prossimo, ogni prossimo!
Mi domando che cosa sia un comandamento. Immediatamente ci richiama a un comando, a un ordine, a qualcosa che siamo costretti a fare, volenti o nolenti. Un “dpcm”, come i tanti che in questo tempo di emergenza ci sono stati imposti (non puoi uscire di casa, non puoi viaggiare, non puoi fare la spesa, evita gli assembramenti, indossa la mascherina, mostra il green pass…) e come le tantissime altre imposizioni della nostra società, che ci schiacciano comunque (paga tutte le tasse, chiedi sempre lo scontrino, viaggia in auto tenendo la destra, non superare i limiti di velocità, fa’ la raccolta differenziata, non vendere droga, non provocare rumori molesti, manda i figli a scuola…). Abbiamo tantissime leggi da rispettare, tantissimi obblighi che limitano la nostra libertà.
Le conseguenze per chi non rispetta queste restrizioni vanno dalla multa al carcere. Ma prima ancora degli aspetti penali, si crea una situazione di disordine che rende la nostra società meno vivibile. Non mancano mai i cosiddetti “furbetti” che violano le norme date, sottraendosi alle punizioni e aumentando quel senso di disagio diffuso.
Ogni tanto ci sono voci che protestano contro tutte queste limitazioni o solo su alcune, anche se appare chiaro che sono pensate per il bene di tutti. C’è chi dice che violano i nostri diritti, che sono anticostituzionali, che sono solo l’inizio per tornare a vivere sotto un regime… In effetti il potere tende sempre a prendere la mano e provoca una specie di ebbrezza alla quale è difficile rinunciare quando l’abbiamo provata.
Anche Dio e la Chiesa (in questo caso intesa come il Papa, i vescovi e i preti…) avrebbero l’ebbrezza del potere. Hanno le loro leggi e le loro imposizioni: partecipa alla Messa ogni domenica, non imbrogliare, non commettere atti impuri, non desiderare… eccoli qui i comandamenti! Le pene per chi non le rispetta potrebbero essere l’inferno o il purgatorio, ma ormai chi ci pensa più? Anche perché non sembra che ci siano grosse ricadute sulla società se alcuni o tanti non vanno a Messa, se fanno pensieri poco corretti, se non rispetto i propri genitori o se insultano qualcun altro. Anch’io, come prete, devo stare attento a non lasciarmi influenzare dall’ebbrezza del comando…
Ma il comandamento dell’amore smonta tutto questo modo di ragionare. Fa capire che i comandamenti non sono comandi, ordini, non sono obblighi. Sono piuttosto “mandamenti”, nel senso di “affidamenti”, consegne, atti di fiducia. Sono il modo con cui Dio (Dio, prima e più della chiesa) ci dice: io mi fido di te e ti affido il tuo fratello, la tua sorella, perché tu possa amarli e prenderti cura di loro. Il comando dell’amore non mi dice “Tu devi fare così!”, ma “Ci stai a prenderti cura di questo vicino di casa e di quel povero che arriva da lontano?”. Non è un obbligo per fare l’elemosina, dividere un po’ delle mie sostanze, aprire la porta di casa, curare qualcuno, sopportare il “puzzo” di chi non mi va. Non si tratta tanto di “fare”, ma di incontrare, di iniziare relazioni nuove. Certo facendo, donando, dividendo, aprendo, curando… ma questo è solo il modo con cui io posso costruire una relazione d’amore. Non si tratta tanto di obbedire o di sfuggire al comando facendo “i furbetti”, ma di accogliere una proposta per costruire insieme qualcosa di più bello, di diffondere così il “Regno di Dio”.
Mentre i Signore Dio ci affida la cura di tanti fratelli e sorelle ci propone anche altro. Il comandamento dell’amore ci chiede non solo di amare, ma anche di lasciarci amare. La proposta di Dio comporta anzitutto la disponibilità ad accogliere la fiducia che Lui pone in noi e di lasciarci da Lui amare, di permettergli di entrare nella nostra vita e di guidarla. Ma ci propone anche di lasciarci amare da tanti altri fratelli, di lasciarci guidare da loro, di camminare insieme a tanti ai quali il Signore Dio ha chiesto di prendersi cura di noi, ci chiede di fidarci di tanti che guardiamo con aria di superiorità e che pensiamo di dover aiutare, mentre sono proprio loro ad aiutare noi. Questa è forse l’aspetto più difficile del comandamento dell’amore, ma anche quello che più ci permette di rinnovarci, di crescere, di cambiare rinnovando davvero questo mondo.
Posso dire che io ci sto provando, sto provando a lasciarmi amare, a smetterla di credere di essere il superiore, quello più bravo, che non ha bisogno di nessuno, di non voler pesare sugli altri, ma in fondo di comandare costringendo tutti a fare la mia volontà.
don Maurizio