NELLA VIGNA
NELLA VIGNA
Mi incuriosisce questa Comunità. Intendo, certo, la Comunità di Pero e Cerchiate. Ma la curiosità nasce per quella strana Comunità a cui allude Gesù quando racconta la parabola degli operai nella Vigna. C’è da lavorare nella Vigna e il padrone (che poi sarebbe lo stesso Signore Dio) esce ripetutamente a cercare nuovi operai e tutti chiama al lavoro nella sua Vigna, nella sua Comunità.
Mi piace vedere la Comunità nella quale mi trovo come quella Vi-gna, dove c’è tanto bisogno di chi lavora, di chi si faccia carico di coltivare, custo-dire e raccogliere l’uva, che potrebbe indicare tutte le opere di bene e di amore.
A noi farebbe comodo restare al sicuro, tra noi che ci conosciamo, che sappiamo già come si fa il lavoro, che ci gustiamo i frutti veramente ottimi di questa vite. Ma Lui, il Signore Dio, chiama sempre nuovi operai, gente che non conosciamo, che non ha esperienza, che non ci vuole ascoltare e fa sempre di testa sua. Non si rendono conto del tanto lavoro che noi abbiamo già fatto, delle energie che abbiamo speso, delle lotte che abbiamo dovuto sostenere perché si facesse come volevamo noi. Siamo orgogliosi del nostro lavoro e sentiamo questa Vigna proprio come la nostra Vigna. Questo Signore è troppo buono e vuole trattare anche gli ultimi arrivati come noi: offre la stessa paga (ma noi meritiamo di più!) e ascolta tutti e valorizza tutti.
Se poi ci penso, anch’io sono stato chiamato tra gli ultimi. Sono qui solo da otto anni. Prima ero in altre Vigne dove ho fatto un po’ di esperienza. Se allargo il mio sguardo, mi accorgo che tante tensioni, rabbie e invidie che scoppiano in questa Vigna sono legate più al nostro modo di fare che a effettivi problemi nella conduzione del lavoro. Il Signore vuole bene a me, a chi lavorava prima di me e a chi arriva adesso. Vuole bene a chi lavora silenziosamente e a chi smania e sbraita perché si faccia come lui ritiene giusto. Mi fa capire che importante non è che la Vigna sia ben organizzata, ma che sappia donare ottimi grappoli d’Uva, un clima dove chiunque possa trovarsi bene, sentirsi accolto, ascoltato, aiutato, sostenuto, reso partecipe. Non ha nessun senso che qualcuno prenda di più e qualcun altro di meno. È invece bello poter condividere quello che abbiamo, senza sentire come nostro quanto abbiamo guadagnato sudando e faticando.
Sapete che cosa penso? Penso che quando Gesù ha raccontato questa strana parabola vedeva, sì, le Vigne del suo tempo con tutti i loro problemi, ma aveva anche uno sguardo verso le tante Comunità chiamate ad annunciare e a far vivere il suo Vangelo, nonostante i tanti difetti. Penso davvero che pensasse e ancora pensi alla nostra Comunità di Pero e Cerchiate.
don Maurizio