OMELIA PER LA FESTA DI TUTTI I SANTI
1 novembre 2021
Penso che dovremmo conoscere molto di più le vite dei santi. Parlo proprio dei santi “da calendario”, quelli canonizzati o solo beatificati. Mi riferisco anche ai cosiddetti “servi di Dio”, non ancora innalzati agli onori degli altari. In un mondo pieno di notizie, di cronache, di gossip, di pettegolezzi, in un mondo dove ci è facile chiuderci nel virtuale, abbandonarci al fantastico o nutrirci di film e serie TV, credo che sia importante per noi conoscere la vita di tanti santi. Dobbiamo conoscerli, seriamente, non accontentandoci del “sentito dire” come ormai facciamo pere troppe cose. Dobbiamo sottoporre le conoscenze della loro vita alle maglie della critica storica.
È forse opportuno qui ricordare che alla base della nostra vita da credenti dobbiamo mettere anzitutto la Parola di Dio, il Vangelo, le Scritture, la storia della Salvezza. E subito dopo dobbiamo mettere i sacramenti. Ma tutto questo si incarna si incarna proprio nella storia della Chiesa e nella vita dei santi.
Non penso che dovremmo idealizzare i santi. Penso che dovremmo conoscere anche i loro difetti, persino i loro peccati, per capire che solo per grazia, per dono “dall’alto”, hanno potuto affidare la loro vita a Dio. Tanti santi avevano grossi limiti, umanamente parlando, oppure un carattere insopportabile, altri ancora non erano affatto dotati di mente eccelsa e altri ancora erano timidi o confusionari… Ma tutti, a un certo punto della loro vita, hanno permesso a Dio di agire in loro e attraverso loro. E così hanno lasciato un segno intorno a sé.
Penso che sia importante conoscere le vite dei santi, perché ci mostrano una faccia della realtà che spesso ci sfugge. Anzi ci mostrano la vita reale, vera, quella che il Padre buono ha pensato, quando ci ha creato a immagine del suo Figlio, Gesù.
Penso che conoscere la vita di tanti santi ci permetta di affrontare la nostra vita con più consapevolezza e realismo. Ci salva dalla disperazione, riaccende la speranza e ci fa capire che cosa sia davvero importante.
Penso che, sostenuti dall’esempio di tanti santi, possiamo guardare con più profondità la realtà in cui ci troviamo a vivere. Non penso tanto a quella realtà di cui ci parlano le notizie, ma mi riferisco a questa Comunità di credenti, a questo paese, ai luoghi che frequentiamo per lavoro o per studio, alle persone che incontriamo ogni giorno e a quelle che vediamo solo occasionalmente. Possiamo guardare e accorgerci che ci sono ancora tanti santi, anche oggi, anche accanto a noi, anche nel nostro paese o in casa nostra.
Forse nessuno si sognerà mai di avviare un processo di beatificazione. Ma io penso, anzi, sono certo, che tante persone, che ho affidato all’amore del Padre celebrando il loro funerale in questi anni, siano santi. Sono santi non solo perché ora godono la gioia di Dio nella “Comunione dei santi” (appunto!), ma anche e soprattutto perché hanno lasciato un segno nel nostro cuore e ancora stimolano la nostra vita di fede.
Sono certo che ciascuno di voi potrebbe dire almeno tre o quattro nomi di persone che hanno vissuto tra noi, che riposano nel nostro cimitero e che ora, possiamo scommettere, sono santi! Su qualche nome ci sarebbe un vero e proprio plebiscito. E li riconosceremmo come santi, pur rimanendo perfettamente consapevoli dei loro difetti, dei loro limiti e persino dei loro peccati.
Ma possiamo fare anche un passo in più. Penso che, guardandoci intorno, anche adesso, in questa celebrazione, e molto più se usciamo dalla chiesa (o dal cimitero) e ci mettiamo a percorrere le strade di Pero e Cerchiate, se entriamo nelle nostre case, possiamo riconoscere tante presenze preziose che possono benissimo essere da noi proclamate come sante! E questo senza nascondere i loro peccati e il male che pure qualche volta ci hanno fatto.
A questo punto il mio pensiero (ma credo che non sia più un mio pensiero, bensì lo Spirito santo) mi spinge e possa spingere tutti noi a capire che c’è già un principio di santità in ciascuno di noi. Tutti noi abbiamo la possibilità di essere santi. Probabilmente non saremo mai riconosciuti tali dalla Chiesa, ma potremo lasciare un segno bello in questo mondo e, soprattutto, in questo paese e nelle nostre case.
Penso che possiamo concretamente non rassegnarci più ai nostri limiti, ai nostri difetti, ai nostri peccati. Penso che possiamo, anzi possiamo stimolarci tutti per convertirci ancora di più a Gesù, per seguirlo. Non saremo pesci fuor d’acqua, ma cammineremo spediti verso quella gioia eterna che il Signore ha in serbo per tutti noi. Perché la vita eterna esiste.
Ma tutto passa dalla Chiesa, e dai suoi santi, e dalla parola del Vangelo e dai Sacramenti che ci offrono la presenza reale dell’amore di Dio.
don Maurizio