OMELIA I domenica di Avvento 2021
14 novembre 2021
Abbiamo intitolato (per così dire) questo Avvento con la frase “Il Signore è vicino”. Anche il canto che eseguiremo in questa liturgia ci propone la stessa rivelazione. La propone come una rivelazione di gioia: “Rallegratevi!” dice subito dopo il canto.
Certamente la nostra liturgia è una proposta di gioia. Il Vangelo stesso è essenzialmente una proposta di gioia: è la “buona notizia”, la migliore in assoluto.
Tuttavia oggi, nella parola di Dio annunciata, questa buona notizia e la gioia che ne scaturisce sembrano perdersi per la pesantezza delle immagini e per i riferimenti a una storia e a una realtà che ci opprimono.
Il Signore vicino non appare come un motivo per rallegrarci.
Che gioia sarebbe se resta una bella frase e non ci libera dalle tremende situazioni in cui ci troviamo, dal vuoto di tante giornate, dalle complicazioni della nostra società, dagli imbrogli da cui siamo minacciati, dal cinismo di tante persone, dalla paura di fallimenti, dal pericolo di malattie e sofferenze, dall’indifferenza di tanti che credevamo amici, dall’incapacità a venir fuori da tanta cattiveria…?
L’avere vicino qualcuno non è un motivo di gioia, ma di preoccupazione. Perché chi mi è vicino può ferirmi e farmi molto male. Chi mi si accosta può avere cattive intenzioni. Anche nel caso in cui qualcuno non avesse brutte intenzioni, spesso si rivela incapace di sollevarci dai tanti problemi che ci schiacciamo.
Forse per questo noi diventiamo sospettosi verso che si fa troppo vicino. Non è bene aprire troppo il nostro cuore, qualcuno potrebbe approfittare di noi. Conviene non fidarci.
Sono considerazioni che ben si inseriscono nel clima individualistico della società in cui viviamo: Meglio non avere nessuno vicino! Anche se ci lamentiamo di sentirci soli.
Proviamo a leggere con più attenzione il Vangelo che oggi ci viene proposto e scoprire la bellezza che ci propone.
Intanto Gesù ci invita a mettere da parte le false soddisfazioni, come quella di chi si crogiola nel vedere il bel tempio di Gerusalemme. Quella magnificenza, dice Gesù, sarà presto distrutta. Tante cose che potrebbero darci soddisfazioni scompariranno presto: vittorie in qualche gara, guadagni facili, successi nella vita… lasciano il tempo che trovano. Tutto ciò che si base sulla competizione ci vedrà prima o poi sconfitti.
Gesù non nasconde la prova di tempi duri, dove sembra che vincano sempre coloro che se ne approfittano. Conflitti di ogni genere ci faranno subire ingiuste sofferenze. La stessa fede diventerà oggetto di derisione e persecuzione, chi cerca di fare un po’ di bene sarà sfruttato e deriso.
E dobbiamo aggiungere che facilmente siamo noi stessi quelli che causano sofferenza e disagi ad altri. Forse perché ci crediamo costretti dalla situazione e giustificati dal fatto che fanno tutti così. Spesso siamo proprio noi quelli da tenere lontano, da non avere vicino. Con noi conviene tenere lontano anche il Signore. Altro che “vicino”!
Ma in tutte queste prove il Signore è presente e vicino. Non è un caso se abbiamo costruito la corona d’Avvento intorno a una croce… Perché proprio nella croce e guardando la croce noi riusciamo a capire che davvero Gesù è vicino.
La sua vicinanza non è minacciosa, non vuole punirci, ma sostenere il meglio di noi. Ci dice di perseverare nel bene anche quando questo bene sembra inutile e controproducente. Ci stimola alla conversione per imparare a tenere il nostro cuore aperto, nonostante tanti che se ne approfittano. Da quando Gesù è morto in croce (per risorgere) non c’è più nessuna sconfitta, nessun fallimento, nessuna sofferenza che giustifichi la nostra chiusura. Davvero Gesù è vicino.
“Alzatevi e levate il capo perché la vostra liberazione è vicina”. Finisce così la pagina di Vangelo proposta oggi. Se il Signore è vicino inizia la nostra liberazione. La vicinanza del Signore non ci opprime mai. Non ci usa per altri scopi. Il Signore ci libera da tante illusioni che generano delusioni. Ci libera da una promessa di felicità a buon mercato, che non può produrre nulla di buono. Ci libera dall’illusione che l’egoismo generi benessere, mentre produce solo rabbia, chiusure e infelicità.
Il Signore vicino libera le nostre potenzialità, ci stimola, mette tutte le nostre capacità al servizio degli altri, aumenta la forza di amare.
Il Signore-vicino ci fa capire che è possibile vivere oggi seminando il bene, anche se sbagliamo, anche se ci sembra di essere rifiutati o messi da parte, anche se dobbiamo subire sofferenze e persecuzioni.
Il Signore vicino ci fa capire che al male possiamo rispondere con il bene, non con altro male.
Allora sì che il Signore-vicino diventa un annuncio di gioia. È il Vangelo che risuono ancora tra noi e nei nostri cuori. Questa eucaristia, questo tempo di Avvento, sono l’occasione per accogliere il Signore vicino a noi. Sarà impegnativo, certo, ma sarà una vera liberazione, sarà motivo di gioia profonda e vera!
don Maurizio
“Alzatevi e levate il capo,
perché la vostra liberazione
è vicina” (Lc 21,28)
Come riconoscerti, Signore,
vicino a noi?
Siamo circondati
da rabbia e minacce,
da soprusi e violenze.
Dobbiamo imporci
per sopravvivere,
e verremo sconfitti
da qualcuno più forte.
Ci isoliamo impauriti.
Anche tu – sospettiamo –
ci minacci e ci opprimi
e prometti dolori
ai tuoi servi fedeli?
Risollevaci, o Cristo,
a te leviamo il capo.
Tu non spingi, ma chiami.
Tu non schiacci, ma innalzi.
Tu sai chi noi siamo
e ci vedi capaci
di gesti di bene,
che solo noi
possiamo operare.
Tu ci liberi e stimoli
ad amare con gioia:
a donare, ad accogliere,
a condividere la sorte
di chi soffre e patisce.
Tu ci insegni a sperare,
a riaccendere il cuore,
a ravvivare desideri
di chi vive deluso.
Perciò vieni, Signore!
Ti vogliamo vicino.
Ti accogliamo con gioia.
Ti annunciamo con fede.