UN CONCRETO SGUARDO AVANTI
Nell’omelia del giorno dell’Epifania l’Arcivescovo Mario ci ha richiamato a essere presenti nella storia, nella realtà concreta, anche politica: i cristiani sono “una presenza a servizio del bene comune e della gioia di tutti” (questa e le altre frasi tra virgolette riprendono le parole stesse dell’Arcivescovo).
A volte noi cristiani siamo “inseriti nel sistema come buoni cittadini” e contribuiamo “a costruire un contesto sociale riconciliato”, contribuiamo “alla serenità della società”.
Altre volte “il confronto con il potere è uno scontro” e “il comportamento raccomandato è la trasgressione”. L’Arcivescovo si domanda se dobbiamo comportarci come “buoni cittadini, miti e sottomessi, integrati nel sistema o come ribelli, che trasgrediscono gli ordini del re”: “Il dilemma ha percorso i secoli, ha segnato la storia della Chiesa e anche diviso i credenti in fazioni opposte, in partiti che si sono confrontati con asprezza”. Non ci sono ricette risolutive, ma “non si può evitare la domanda”. Noi cristiani non siamo “esonerati da responsabilità pubbliche e da scelte politiche”.
Io penso che l’interesse per la cosiddetta “cosa pubblica” sia un dovere costante per noi cristiani. A volte ci muoviamo solo in certi momenti, quando ci sembra che vengano toccati alcuni nostri diritti o alcune sicurezze, oppure solo quando una polemica ci allarma o siamo sollecitati da grandi messaggi di comunicazione. Per il resto, per i problemi quotidiani o legati al nostro piccolo territorio, pensiamo di avere già tante difficoltà personali per dover trovare anche il tempo di conoscere quanto avviene a livello sociale nel nostro paese.
Certo non è facile occuparci della “cosa pubblica”: richiede tempo e competenza per studiare i problemi e le prospettive. Tante volte abbiamo l’impressione di non essere neppure presi in considerazione. Eppure non possiamo tirarci indietro.
Da qualche mese nella nostra Pero si sta ragionando su come variare il “Piano di Governo del Territorio” (PGT). Si tratta di decidere come organizzare nei prossimi anni (decenni?) a Pero gli spazi, le case, le vie, i servizi, il verde, i luoghi di incontro… Da quello che verrà deciso nella variante del PGT dipende quindi la vivibilità del nostro territorio e la qualità dello stile di vita. La questione non può non interessarci.
Il nostro Comune sta cercando di raccogliere pareri e idee su come variare l’attuale PGT e come meglio vedere il futuro. Non si tratta tanto di essere a favore o contro questa amministrazione, si tratta di capire quali opportunità ci siano, di evidenziare le criticità e di fare proposte.
Personalmente trovo stimolante il fatto che, proprio in queste settimane di fatica per il diffondersi dell’epidemia, possiamo permetterci di guardare il futuro e darci da fare per progettarlo insieme e costruirlo. Potremo essere d’accordo con le proposte oppure contestarle. In entrami i casi saremo presenti.
Mi piace riportare qui sotto le parole dell’assessore Vanni Mirandola che aiutano a capire il senso della proposta.
So che possibilmente entro il prossimo 15 gennaio siamo invitati ad inviare suggerimenti e proposte per la redazione della variante al PGT e a rispondere a un questionario che si trova sul sito del Comune di Pero (https://linktr.ee/PGT_Pero), ma altre possibilità ci saranno date anche in seguito. Anche questo è un modo di essere cristiani
don Maurizio
Lo scenario futuro che la Variante intende delineare trae spunto, forza e ispirazione dai principali elementi di valore già presenti e consolidati all’interno (e nelle immediate vicinanze) del contesto territoriale perese: gli insediamenti storici di Pero, Cerchiate e Cerchiarello (ma anche quelli delle cascine, memoria storica del passato rurale di Pero), il tracciato fondativo del Sempione, il corso e le sponde del fiume Olona, finanche i grandi recinti industriali sorti nel dopoguerra, il complesso di Fiera Milano, la grande trasformazione di Cascina Merlata e l’ormai prossimo distretto tecnologico, della ricerca e universitario di MIND.
In qualità di strumento di governo del territorio, e a partire da questi elementi di struttura e contesto, la Variante ha l’ambizione di pensare a un nuovo modello di città. Questa sfida passerà attraverso la ridefinizione del quadro strategico e dell’impianto normativo che sottendono le possibilità di rilancio, rivitalizzazione e crescita dell’intero territorio comunale, e avrà ambiente, famiglie e lavoro come principi cardine attorno ai quali costruire il nuovo progetto di città. Nondimeno, la variante ambisce anche al superamento del concetto di divisione in frazioni del Comune, quantomeno nei suoi aspetti maggiormente negativi e limitanti per lo sviluppo di un rinnovato sentire comune e di un senso di coesione e appartenenza: non è dunque un caso se molti dei temi emersi nel quadro degli indirizzi strategici (descritti nelle linee guida) trattano il “ricucire” e il “mettere a sistema”.
Servizi diffusi e connessi, integrazione ai sistemi di trasporto locali e metropolitani, mixité funzionale, interventi volti a migliorare la qualità urbana e la resilienza ambientale: tutti questi elementi dovranno contribuire a conferire a Pero un’immagine propria all’interno di un contesto territoriale in forte trasformazione.
La Pero di domani potrà diventare una città con servizi diffusi e connessi attraverso una rete ben strutturata di percorsi ciclabili e pedonali; potrà diventare una città con un’alta offerta di servizi a verde pubblico; potrà diventare una città che, con il miglioramento della qualità degli spazi pubblici, favorisca l’aggregazione e la fruizione dei luoghi della vita sociale; potrà diventare una città che, attraverso la rigenerazione dei tessuti produttivi in maggiore difficoltà, dia nuova spinta al rilancio dell’economia locale; potrà diventare una città con un’offerta abitativa ricca, identitaria e complementare a quella dei territori limitrofi.
Su tutto, la Pero di domani potrà diventare la Pero dei suoi cittadini, che saranno parte attiva del percorso di redazione della Variante al Piano di Governo del Territorio.
L’assessore alle politiche del territorio, all’ambiente e alla mobilità,
Vanni Mirandola