III DOMENICA DI QUARESIMA
Domenica di Abramo
Il dono e la fatica della libertà
In questa Quaresima contempliamo Gesù come dono, per essere anche noi dono per tutti.
Quest’oggi ci fermiamo su una caratteristica o una conseguenza di questo dono: la libertà.
Il dono di Gesù suscita libertà, chiede cioè un’adesione nostra, decisa da noi, personalmente. Gesù si propone a noi come dono, ma tocca a noi accoglierlo.
Forse noi siamo abituati ad associare la libertà a qualcosa di leggero, di facile: un poter fare tutto e il contrario di tutto, indifferentemente, come ci pare e piace… Non è così. Non è questa la vera libertà che Gesù ci dona. Accogliere Gesù comporta fatica, impegno, responsabilità: è difficile e pesante.
Nel vangelo i Giudei, che pure avevano ascoltato Gesù e, un po’, gli avevano creduto, reagiscono duramente quando Gesù dice loro che solo ascoltando la sua parola saranno stati davvero liberi. I Giudei pensano di essere già a posto, di essere già liberi, ma si illudono.
Anche nella lettura dell’Esodo il popolo liberato ha svenduto la sua libertà in cambio della falsa sicurezza data da un idolo.
Invece Paolo, nel brano ascoltato, esprime la sua gioia perché i Tessalonicesi sono rimati fedeli, nonostante i suoi timori che anch’essi avrebbero rinunciato alla libertà di figli di Dio.
La prova degli idoli
Anche per noi la libertà è difficile. La tentazione di svenderla in cambio di una presunta maggior sicurezza, o di una comoda deresponsabilizzazione è sempre forte.
Anche noi, come i cristiani di Tessalonica, siamo messi alla prova. Anche per noi è facile cedere alla tentazione di seguire false divinità. Non saranno certo vitelli di metallo fuso, ma possono essere – per fare alcuni esempi – questo o quel prodotto da acquistare, una bella vacanza, un deposito bancario, una ipotetica vincita al gioco, il potere politico dato a questo o quel leader che sistemerebbe tutto…
La libertà non sarà mai il frutto di colpo di fortuna o di una occasione raccolta al volo. La libertà vera chiede di essere costruita giorno per giorno, con scelte di valore faticose portate avanti regolarmente.
Questa è la proposta che Gesù ci fa: vivere fedeli, giorno per giorno, alla sua Parola, esercitando il nostro senso critico, imparando a ragionare, a capire, a esercitare quotidianamente il bene.
Dentro questa storia della salvezza
C’è ancora un particolare che attira la mia attenzione. Di fronte al peccato degli Israeliti, Dio esprime la proposta di distruggerli tutti e ripartire da Mosè. Non più una discendenza di Abramo, ma di Mosè, non più il popolo ebraico, ma “mosaico”. Leggo questa intenzione di Dio come una proposta provocatoria. Mosè, giustamente, non l’accetta. Vuole restare dentro la storia della salvezza iniziata con Abramo.
La vera libertà è sempre dentro la storia, dentro la concretezza di una situazione che si è formata con tante scelte giuste e sbagliate compiuti da tanti prima di noi e accanto a noi. In particolare noi siamo chiamati ad accogliere il dono della libertà in questo mondo, con questa situazione che stiamo vivendo, carica di limiti, ma anche ricca di tante possibilità da scoprire. Non solo. La libertà che Dio ci offre è dentro questa Chiesa, questa Comunità Pastorale, con queste persone cariche di difetti, con questi poveri, con questi caratteri: la storia della salvezza passa da qui, non dalla nostalgia di come era una volta o dal sogno di una situazione ideale, ma anche irreale.
L’eucaristia che stiamo vivendo è occasione di libertà. Qui, di fronte al dono di Gesù che si offre totalmente al Padre, noi possiamo decidere di fare di noi stessi un dono. È un atto di libertà: dipende da noi. A noi la scelta.