SECONDA SETTIMANA DI QUARESIMA

Cresce lungo il CAMMINO il suo vigore (Sal 84,8)
IL RISTORO

Capita di sentirci stanchi, di non avere più forze, di volerci fermare, di lasciar perdere. Poi, dopo un po’ di riposo, e soprattutto dopo un adeguato ristoro, le forze ritornano, si riprende vigore, e il cammino riprende. Può succedere di essere stanchi per una lunga camminata, o per una corsa, oppure per un lungo lavoro, per tutto l’impegno che si richiede nel realizzare un progetto… Capita anche per i cammini spirituali e capita per il cammino penitenziale che abbiamo proposto in questa Quaresima.

È capitato anche a Gesù. Il Vangelo ci dice che era stanco e sedeva a un pozzo mentre i discepoli sono andati a cercare provviste, per mangiare. Lui vorrebbe bere, ma non ha da attingere, perciò chiede da bere a una donna. Succede che il dialogo si fa fitto, Gesù scopre le pesantezze di quella donna, e intanto rivela se stesso: lui si fa ristoro per la donna. Ai discepoli spiega che il suo cibo è fare la volontà di Colui che lo ha mandato: come a dire che il vero ristoro non si limita al cibo materiale, così come la vera acqua che disseta non è tanto quella del pozzo. Il vero ristoro è altro.

Cerchiamo dunque di capire che cosa possa essere ristoro per vincere l’inevitabile stanchezza nel nostro cammino penitenziale.

Direi anzitutto che ciò che ci ristora è l’incontro vero e sincero con qualche persona con la quale possiamo aprirci senza paura. L’esempio è proprio dato da Gesù che incontra quella donna samaritana, e il cuore si apre, e ciascuno esprime il suo intimo, anche nel caso in cui ci sia qualcosa di cui vergognarsi, come nel caso della donna. Anche Paolo, nell’Epistola che abbiamo ascoltato, ci invita a correggere con dolcezza e a portare il peso gli uni degli altri. Possiamo dire, che è ristorante fare l’esperienza di essere ammoniti, ma con amore, con il desiderio di migliorare. È ristornate avere con chi condividere le fatiche e le pene della vita. È ristorante poter parlare cuore a cuore, sapendo che l’altro non ne approfitterà, ma che mi aiuterà e farà il possibile per farmi crescere e migliorare. E parlando di incontro intendo l’incontro reale, non virtuale, filtrato dai social network, ma vissuto concretamente e fisicamente, dove ci si possa guardare negli occhi, toccare, percepire le sfumature dei sentimenti di chi ci sta di fronte.

Il tempo di Quaresima potrebbe anche essere visto come il tempo per gli incontri veri. È il tempo in cui anche la comunità dei credenti può imparare a vivere con questo stile, perché spesso noi siamo proprio carenti su questo aspetto.

Ma credo che ci sia un ristoro ancora più grande e, oserei dire, indispensabile per sostenerci nel nostro cammino di credenti e, in particolare, nel cammino penitenziale. Si tratta ancora di un incontro, ma di un incontro con Gesù. Certo ogni incontro veramente fraterno ci ristora, ma l’incontro con Gesù ha qualcosa di unico, perché solo Lui sa capire e condividere fino in fondo la nostra fatica, il nostro peso, le nostre sofferenze; solo Lui è veramente e fino in fondo solidale. Se ci rendiamo conto di quanta ricchezza scaturisca dall’incontro con Lui, non potremo più farne a meno.

Gesù possiamo incontrarlo fondamentalmente in due modi: nella Parola di Dio e nei Sacramenti.

Nella Parola di Dio, perché Lui è essenzialmente la Parola del Padre, le scritture che a Lui conducono e di Lui parlano, sono solo il modo più immediato affinché quella Parola parli a noi ed entri nel nostro cuore, con la stessa soavità e la stessa forza con cui ha parlato alla donna samaritana. Dobbiamo però meditare continuamente la Parola di Dio, percepirla come parola che parla ancora alla nostra vita oggi, farla risuonare nel nostro cuore e nella nostra vita e insegnarla, come ci ricordano le belle parole del Deuteronomio oggi ascoltate. Forse questa esperienza l’abbiamo già fatta, ma abbiamo bisogno di viverla ancora. Il tempo di Quaresima ce ne offre l’occasione, per esempio negli Esercizi spirituali che proporremo ancora dal 31 marzo al 6 aprile.

I Sacramenti sono quei segni affidati alla Chiesa attraverso i quali l’amore di Dio si manifesta ancora concretamente. Gesù continua ancora a essere presente tra noi tramite l’Eucaristia. Nel Battesimo la presenza tenace del Padre ci accompagna per sempre; nella Cresima esprime la sua fiducia in noi e ci rende suoi testimoni. Nella Penitenza e Riconciliazione ci rinnova per ripartire con Lui; nell’Unzione dei malati condivide la nostra sofferenza e la rende capace di esprimere un amore vero come il suo. Nell’Ordine Sacro manifesta, attraverso i ministri, la sua potenza che consacra, assolve, dona lo Spirito; nel Matrimonio rende pieno il nostro desiderio d’amore e lo pone al servizio del mondo intero.

Ogni sacramento è un dono che realizza il suo amore tra noi. Questa Quaresima può essere l’occasione bella per vivere l’incontro con Lui che ci ristora nella fatica e nella stanchezza.

don Maurizio