TERZA DOMENICA DI QUARESIMA

Cresce lungo il CAMMINO
il suo vigore (Sal 84,8)
LA META

Il nostro cammino di Quaresima continua. È un cammino di fede, un cammino di penitenza, un cammino che vuole convertire il nostro cuore, ed è immagine del cammino della nostra vita.

Oggi vogliamo mettere bene a fuoco la meta del nostro cammino. Per camminare è doveroso sapere dove andare, che cosa si vuol raggiungere.

Diciamo subito che la meta del nostro cammino è Gesù.

Nel Vangelo Gesù polemizza con alcuni Giudei che avevano creduto in lui, si erano incuriositi alle sue parole e avevano ammirato i suoi gesti, ma poi non lo hanno più seguito, al momento di camminare con lui, si sono tirati indietro. Gesù per loro non era la meta, ma un interlocutore occasionale, niente di più. Anche se per un po’ lo hanno seguito, ascoltato, anche se hanno camminato con lui e sono stati suoi discepoli, non lo hanno messo come meta della loro vita, come verità che illumina e dà senso a tutto.

Avere Gesù come meta significa sceglierlo, imitarlo nei suoi sentimenti, nei pensieri, nel suo modo di ragionare, nei suoi gesti, arrivare a fare quello che farebbe lui se fosse al nostro posto e nelle nostre situazioni.

Per poter camminare in questa Quaresima e in tutta la nostra vita da credenti, dobbiamo scegliere Gesù e seguirlo. Il cristiano potrebbe essere definito come colui che sceglie Gesù e lo segue ogni giorno.

La cosa bella è che quando Gesù diventa la nostra unica e vera meta lui stesso si fa anche nostro compagno, ci sostiene passo passo, ci libera da tanti impedimenti, attraverso il suo Spirito ci offre la forza necessaria.

Il Vangelo ci parla anche di peccato, che blocca, imprigiona, ci impedisce di camminare liberamente e velocemente verso Gesù.

Nel nostro cammino il peccato ci fa sbagliare meta, peccato è tutto ciò checi allontana da Gesù e ci distoglie da questa unica e vera meta.

Gesù cerca di far capire ai Giudeo come il peccato li blocchi, li imprigioni, a differenza di quella verità che Lui propone e che ci libera mettendoci in cammino. Gesù vuol far capire che, se non mettiamo Gesù come meta, noi finiamo con il cadere schiavi del male, dello stesso diavolo che è padre della menzogna.

La pagina del Deuteronomio mette in guardia il popolo di Dio che entrato nella terra promessa rischia di adagiarsi su stili di vita scaramantici e idolatrici, dimenticando la fedeltà all’unico vero Dio.

Anche per noi è facile adagiarsi agli stili di vita di chi pensa di poter fare a meno di Dio e non si accorge di quanto bisogno abbiamo di Gesù. In questo modo, però, noi diventiamo succubi di una mentalità mondana, che ci spinge a pensare in un certo modo e ci toglie la libertà di accogliere la forza dell’amore di Dio.

Paolo ci richiama al fatto che siamo tutti peccatori, tutti sbagliamo la strada per raggiungere Gesù, ma la sua grazia e il suo amore si fanno vicini a noi, ci toccano.

Tante volte mettiamo Gesù da parte nella nostra vita, non riusciamo a seguirlo e, tanto meno, a raggiungerlo: siamo avvolti dal peccato. Ma Gesù ci salva da questa situazione di peccato, la sua grazia, il suo amore ci raggiunge e ci chiama a seguirlo e a camminare verso lui.

Certamente avere Gesù come meta è molto impegnativo e tocca tutta la nostra esistenza. Non basta seguirlo per un po’ o solo finché ci fa comodo. Arrivare fino a Gesù significa andare fino in fondo e in fondo alla via che Gesù percorre c’è la croce! Per chi segue Gesù il punto d’arrivo è la croce! Per questo il nostro cammino chiede ascesi, rinuncia, penitenza, sacrificio…

Avere Gesù come meta significa imparare a donare la nostra vita, anche a costo della morte, sapendo però che solo così, donando la nostra vita, possiamo salvarci.

Avere Gesù come meta significa puntare alla Pasqua, confidando nella risurrezione che Gesù ha già vissuto, ma che attende tuti noi e darà pienezza a tutti inostri desideri.

Avere Gesù come meta significa tenere alto l’ideale dell’amore e volerlo raggiungere sapendo che anche noi possiamo e quindi dobbiamo arrivare ad amare come Lui ha amato, fino a dare la vita.

Se abbiamo capito quanto ho cercato di dire dobbiamo ammettere che la meta del nostro cammino è davvero alta. Ma Gesù non ha paura a proporcela. Significa che si fida di noi, sa che possiamo farcela.

Ora tocca a noi decidere.

don Maurizio