OMELIA PER LA DOMENICA DI PENTECOSTE

OMELIA PER LA DOMENICA DI PENTECOSTE

Questo è il momento di uscire.
Basta restarcene chiusi in casa. Basta pigrizia, basta piacevolezze e basta una vita comoda.
Se occorre prudenza, saremo prudenti. Se ci dicono che c’è ancora rischio di contagio, rispetteremo le regole per evitarlo il più possibile. Ma non possiamo più restare in casa.
Non vogliamo uscire per uno sfogo o perché non ne possiamo più di rimanere chiusi dentro.
Non è il sole o la bella stagione a spingerci fuori.
Ciò che ci spinge è piuttosto lo Spirito santo: è l’amore di Dio, sferzante come il vento, energico come il fuoco, una forza che penetra nei follicoli dell’anima e ci scuote dentro.
Ci impedisce di rimanere in pace finché c’è qualcuno che soffre, che piange, che è solo, che non si è accorto che c’è un amore, quello di Dio, anche per lui.
Dobbiamo uscire da questo cenacolo, da questo luogo dove abbiamo sofferto, pregato, dove, anche grazie alla tecnologia di oggi, abbiamo potuto essere informati su quanto accade nel mondo, abbiamo ascoltato la voce di tanti sofferenti, abbiamo salutato e manifestato il nostro pensiero accanto a tante persone sole.
Ora però dobbiamo incontrarne tante, dobbiamo incontrare persone concrete, donne e uomini, storie, vite, speranze, sofferenze, attese… Non potremo ancora abbracciarle, ma saremo lì, con noi stessi, con la nostra storia, con le nostre fragilità.
Dobbiamo portare quella forza che ci prende dentro, quella consapevolezza che Dio ama, ama davvero tutti, tutti vuol raggiungere, nessuno vuol costringere e chiede a noi di farci profeti a annunciatori del suo amore.
È il momento di uscire.

Uscendo scopriremo quello che già sapevamo. Ci accorgeremo e ci siamo già accorti che il mondo è cattivo.
Troveremo rancori, rabbia, persone che si approfittano dei fratelli più deboli, voglia di vendette, divisioni, contrapposizioni, offese, calunnie, egoismi, violenze, ingiustizie, odi…
Avevamo sperato che questa chiusura ci avrebbe reso più buoni, e invece sembra che abbia scatenato i peggiori istinti. Vero è che il mondo è sempre stato così, segnato dal male, ma almeno prima avevamo un po’ imparato a difenderci. Ora invece ci troviamo sguarniti.
Ma c’è qualcosa di più brutto di cui dobbiamo accorgerci, più brutto del male che c’è nel mondo. È il male che c’è in noi.
Anche tra noi c’è il male, tra noi che ci crediamo buoni, migliori degli altri, e invece siamo anche noi segnati dal male e dalla cattiveria.
Persino noi cristiani, noi chiamati e sospinti dallo Spirito santo a far conoscere l’amore di Gesù, noi mostriamo al mondo e a noi stessi di essere egoisti, ripiegati su noi stessi, incapaci di amare, infedeli, vigliacchi, pieni di paure, succubi del male…
Questo scopriremo uscendo. Dobbiamo rendercene conto, riconoscerlo. Per chiedere perdono.

Uscendo scopriremo però qualcosa di meraviglioso. Se permettiamo allo Spirito santo di spingerci, se a guidarci sarà il vero amore da cui siamo stati investiti e non il nostro egoismo, allora scopriremo che nel mondo ci sono tante possibilità per amare e c’è già tanto amore.
Ogni situazione diventa un’occasione per amare, per quanto possa essere segnata dal male e dalla cattiveria, per quanto solleciti la nostra voglia di lasciar perdere o di adattarci, diventa un’occasione per far vedere che l’amore di Dio è sempre possibile, che un seme può essere sempre messo anche se – almeno inizialmente – non dà frutto e sembra inutile.
Uscendo scopriamo che proprio lì il Signore ci manda. Ha una missione per noi, anche se non serve a cambiare o salvare il mondo, ma solo a dire che Lui, Dio, c’è e Lui, Dio, ama.
Uscendo scopriamo con stupore che c’è già tanto amore nel mondo che tanti hanno già seminato, che tanti hanno diffuso: l’amore di Dio.
Non solo, ci accorgiamo anche che tra coloro che amano ci sono tanti che non sono dei nostri, che forse non credono neppure in Dio, eppure amano, si spendono, donano, accolgono, permettono – forse inconsapevolmente – allo Spirito santo di agire anche oggi nel mondo.

don Maurizio

Pero, 31 maggio 2020