FESTA DELLA PARROCCHIA DI PERO: IL PRIMO PASSO
Il primo passo, in tanti casi, è quello più difficile. Ecco perché si usa dire: “Basta iniziare”. È difficile fare il primo passo perché, per esempio, dobbiamo scuoterci da una certa pigrizia che si è insinuata nelle membra, nella testa e nel cuore. Oppure è difficile per la paura di possibili conseguenze. Altre volte siamo frenati anche da mille dubbi su quale sia il passo giusto e in quale direzione debba essere fatto. C’è, poi, la tentazione di delegare, aspettando che altri facciano quello o un altro passo. Ci può bloccare anche la consapevolezza che al primo passo ne devono seguire altri, che diventano sempre più impegnativi, tanti passi che ci coinvolgono e impegnano, fino farci correre…
Ma noi dobbiamo fare il primo passo. l’Arcivescovo, nelle parole riportate qui sotto, ne esprime bene il motivo. Noi che crediamo in Gesù, che vogliamo seguirlo, dobbiamo fare il primo passo.
La festa patronale è un primo passo. Le celebrazioni e gli eventi che abbiamo deciso e precisato solo negli ultimi giorni sono un primo passo.
Il primo passo è anche quello che ognuno di noi, incoraggiato e sostenuto dagli altri, può compiere verso ogni altra persona, uomo o donna, bambino o giovane adulto o anziano, simpatico o antipatico, virtuoso o peccatore. È un primo passo da fare soprattutto verso chi più soffre o ha comunque bisogno di qualcuno che gli si metta accanto, lo ascolti, di lui si prenda cura. Questo è il passo che ogni credente oggi deve fare.
Lo chiamo “primo” passo non perché siamo i primi a farlo, tanti lo hanno già fatto e lo faranno prima di noi, ma perché non aspettiamo che altri lo facciano, non ci aspettiamo doveri e responsabilità di altri (penso alle istituzioni, ma non solo), perdendoci in recriminazioni e infinite scuse.
Sia ben chiaro che il primo passo non vuole e non deve essere un passo indietro, neppure nel senso di un primo passo per tornare a quello che si faceva prima che scoppiasse l’epidemia. Certamente ci sono esperienze che desideriamo tornare a vivere (un esempio? Gli abbracci!), ma non dobbiamo tornare indietro, è necessario andare avanti, nella direzione di Gesù. Il primo passo è quello che muoviamo per rispondere alle infinite chiamate che il Vangelo ci rivolge.
A questo serve la festa patronale. A disporci a muovere ciascuno i nostri primi passi nella direzione che Gesù ci indica.
Ecco perché il primo tra i primi passi da vivere è la celebrazione penitenziale che proponiamo venerdì alle ore 21.00, per ricevere il sacramento del Perdono. Partiamo da qui. Non importa quanti saremo. Importa che questo passo sia fatto da noi, insieme.
Muoveremo i primi passi tra i pochi stand in Oratorio da sabato pomeriggio.
Ci ritroveremo per una cena comunitaria sabato sera alle ore 20.00 (prenotiamoci!). Ascolteremo musica jazz e blues (non possiamo ballare!).
Il primo passo più importante sarà, ovviamente la Celebrazione Eucaristica di domenica 12 alle ore 10.00, all’aperto e in Oratorio: all’Eucaristia arriva ogni passo e da lì tutto riparte.
Nel pomeriggio della domenica saranno invitati a giocare i nostri più piccoli.
Alle ore 17.00, non potendo vivere la processione con Maria, ci ritroveremo in piazza. Maria sarà con noi e pregheremo ancora con lei.
Una merenda (o un aperitivo) aprirà le ultime ore da trascorrere insieme in oratorio (anche con una buona salamella, perché no?).
Lunedì 13, alle ore 21.00, celebreremo la messa vigiliare dell’Esaltazione della Croce ricordando tutti i nostri defunti. Sarà l’ultimo momento di questo primo passo. Tanti altri ne seguiranno.
don Maurizio
Chi siete voi, discepoli di Gesù?
Noi siamo quelli di Gesù: quelli del primo passo.
Siamo quelli che, imitando Gesù, prendiamo l’iniziativa, facciamo il primo passo. Non aspettiamo di essere chiamati, non aspettiamo che ci siano le condizioni ideali per praticare l’opera che la situazione richiede. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Non siamo imprudenti. Ma neppure chiamiamo prudenza la viltà o la pigrizia. Anche in un contesto in cui ci sono procedure che intendono garantire contro ogni imprevisto e così rallentano il passo al bene urgente, noi siamo quelli dell’intraprendenza. Non siamo nemici della burocrazia, ma insofferenti delle complicazioni inutili. Siamo quelli del primo passo. Viviamo secondo un modello familiare, piuttosto che secondo un modello aziendale e assicurativo. Non abbiamo paura delle responsabilità. Siamo quelli del primo passo. Di fronte ai bisogni evidenti, ma anche di fronte alle situazioni stagnanti, anche di fronte alle novità un po’ confuse e incerte, anche di fronte alle richieste alle quali nessuno risponde noi siamo quelli che si fanno avanti, quelli del primo passo.
Insomma chi siamo noi, quelli di Gesù?
Siamo quelli della libertà.
Siamo quelli della compassione.
Siamo quelli del primo passo.
Sua Eccellenza mons. Mario Delpini
Seminario di Venegono, 26 agosto 2021
(omelia dell’Arcivescovo nell’incontro
con chi è in cammino verso il diaconato permanente)