Sesta meditazione
NON ABBIATE PAURA!
Esercizi Spirituali
30 marzo – 31 aprile 2017
6. Degni
Mt 10,32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
34Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. 35Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; 36e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
A quali condizioni puoi essere discepolo degno (o discepola degna)?
L’ultima parte del capitolo è particolarmente dura. Vi trovi la radicalità evangelica, quella che ti chiede di andare fino in fondo, di amare fino in fondo. Il finale di questi esercizi non è dunque dolce, ma estremamente impegnativo. Ti lancia nella vita non per fermarti a godere del cammino fatto, ma per camminare più speditamente. Verrà il momento in cui potrai entrare nel riposo di Dio (cfr Eb 4,1ss), verranno ancor prima tante occasioni in cui poterti fermare e gioire anticipando la gioia finale, ma ora no. La Pasqua ti aspetta, ti aspetta una “settimana autentica” in cui dovremo mostrare la verità del tuo essere discepolo (o discepola). Non è tempo di fermarti, è tempo di partire. È tempo di fissare alcuni punti fermi che possano d’ora in poi accompagnare la tua vita.
Il Vangelo ti offre alcune condizioni per essere discepoli e apostoli veramente degni di questo nome. Vediamole.
- Possiamo essere discepoli degni a condizione di riconoscere Gesù come nostro maestro. Gesù rispetta la tua libertà e non si impone a te, alla tua fede.
Se tu vorrai ignorarlo, metterlo da parte, fare di testa tua, lui ti rispetta. Non viene a costringerti a credere in lui. Se lo rinneghi, cioè neghi di conoscerlo, lui fa come se non ti conoscesse, ti rinnega. Ti lascia fare, ti lascia libero. Ma se anche solo per caso incrocia il tuo sguardo e si accorge che tu lo cerchi, allora entra nel tuo cuore, condivide il tuo pianto, ti si fa vicino e compagno, proprio come ha fatto con Pietro (cfr Mt 26,75).
Non rinnegare mai Gesù. Non nasconderlo. Incontra ogni giorno la sua Parola, godi costantemente della sua presenza, accogli il più possibile il dono dei Sacramenti che con cui ti accompagna e ti sostiene.
Cogli ogni occasione per parlare di Gesù, per riprendere il suo Vangelo, per far risuonare quelle parole che ti riportano la sua presenza e il suo amore. Lasciati ogni giorno convertire dal Vangelo.
Verifica sempre le tue scelte alla luce del Vangelo. Non appiattirti su criteri umani. Troppe volte ci livelliamo alle logiche mondane.
Come puoi rendere la tua vita più aperta è disponibile al Vangelo?
Come puoi riconoscere ogni giorno la presenza di Gesù accanto a te?
- Possiamo essere discepoli degni a condizione di accettare lasciarci giudicare nel profondo.
La spada qui è evidentemente un segno. Non è un invito alla guerra, alla violenza, ma un accettare di essere penetrati dalla parola e dallo sguardo di Gesù che entra non solo nella tua famiglia, ma anche nel tuo cuore, e separa e fa emergere la differenza tra ciò che è bene e ciò che è male, tra la vera fede e una superstizione, tra il vero amore e la convenienza…
Le famiglie che si dividono a causa del Vangelo sono una realtà che avveniva già ai tempi dell’evangelista, ma sono ancora oggi una possibilità. Non è, ovviamente, un invito a sfasciare le famiglie; al contrario, oggi niente più del Vangelo sa tenerle salde. Qui Gesù vuole farci capire a quale livelli di intimità entra la proposta di Dio, entra e tocca anche i nostri cari, li interpella a decidersi per il Signore. Questo può anche provocare fratture, anche solo temporanee, ma comunque dolorose. Ma abbiamo già detto che la necessità e l’urgenza del Vangelo precede anche i nostri affetti e li rende occasione e strumento di evangelizzazione.
Una volta contestavano la morale sessuale, una chiesa che si permetteva di dire come comportarci nella nostra intimità. Oggi, più semplicemente, la si ignora. Ma in realtà il Vangelo deve entrare anche in questi ambiti, che poi sono quelli che con più forza esprimono l’amore.
Dobbiamo permettere che il Vangelo arrivi fino lì, se vogliamo vivere da credenti, da discepoli e apostoli. Non è un caso se la Chiesa ha scelto di ordinare tra i suoi pastori uomini celibi, cioè raggiunti in modo particolare dall’amore di Dio e capaci di una risposta così radicale.
Permetti al Vangelo di giudicare il tuo cuore?
Come puoi fare perché il Vangelo possa ogni giorno giudicarti?
Come è la tua vita intima? É viva? Esprime vero amore? È capace di esprimere la logica del Vangelo?
C’è qualche scelta che potete fare in coppia o in famiglia per meglio seguire il Vangelo?
- Possiamo essere discepoli degni a condizione di prendere la nostra croce e di seguire Gesù, pronti anche a perdere la vita per causa sua.
Non pensare che i discepoli sono preservati dalla fatiche, dalle sofferenze, dalle sconfitte, dalle umiliazioni, dalle malattie e neppure e preservati dalla morte. Chissà perché molte volte c’è la percezione che il Signore debba salvaguardare i credenti da tutte le cose più brutte e rendere più facile la loro vita. Non è stato così per Gesù, non lo è neppure per i credenti. Anzi, il cristiano non solo non è preservato da esperienze negative, ma deve prendere su di sé la croce. Tu devi fare come Gesù. Sei chiamato (o chiamata) a imitarlo anche nell’atto supremo della croce, quando Gesù si è fatto carico di sofferenze che lui non meritava, che erano la conseguenza del peccato di tanti altri. Ma Gesù si è caricato di tutto questo male. A questo devi essere pronto anche tu. Non si tratta di gridare all’ingiustizia (cosa che può anche aver senso, ma in sé non dà salvezza), ma di farti carico dell’ingiustizia. Questa è la strada della croce, quella percorsa da Gesù e che è proposta che a te.
Il fatto poi che la croce sia “propria” ti fa capire che c’è una porzione di sofferenza e di ingiustizie di cui puoi farti carico solo tu… non propriamente da solo: Gesù si è già caricato anche della tua croce e chiede a te di condividerla con lui.
Non è una conquista, non c’è nulla da guadagnare, da prendere (se non la croce). Molto c’è invece da dare. Ma non aver paura, puoi anche perdere la vita: la ritroverai in Gesù!
Hai già capito in che cosa consiste la tua croce! Di che cosa, di quali ingiustizie e sofferenze, sei già chiamato (o chiamata) a farti carico?
Che cosa puoi fare per allenarti a donare la tua vita, fino anche a perderla, ma affidandola al Signore?
- Possiamo essere discepoli degni a condizione di essere segno di Gesù, della sua presenza nel mondo.
“Un principio giuridico riconosciuto dal giudaismo era che il mandante considerava come fatto a se stesso il trattamento riservato al suo delegato”. (Giuseppe Barbaglio, Il Vangelo secondo Matteo, Cittadella, 1978). Gesù manda a te e tu ormai hai il potere di renderlo presente. Tu sei un segno efficace di Gesù.
Questo essere segno di Gesù e dell’amore di Dio è lo specifico dei Sacramenti. I gesti sacramentali sono gesti compiuti sì dalla Chiesa, ma in realtà è Gesù stesso che opera e manifesta così l’amore del Padre. Ogni Sacramento prolunga l’azione di Gesù, in particolare rinnova la sua croce. Questo è vero per ogni Sacramento. Il ministro sacerdote, grazie al Sacramento dell’Ordine, lo rende presente nella sua persona, così da poter permettere un incontro, una relazione con Gesù attraverso l’incontro e la relazione con la sua persona. Ma in forza del Battesimo e della Confermazione (o Cresima) che hanno permesso di mostrarti come il Signore ti chiami a essere suo discepolo e apostolo, anche tu puoi e devi riprodurre Gesù, diventare suo segno, ricostruire quelle logiche di incontro, di relazione e di dialogo che Gesù stesso ha vissuto quando camminava, agiva e parlava tra la gente. Ora vuole continuare a essere presente attraverso di te.
L’idea di essere segno di Gesù ti affascina, ti preoccupa o ti lascia indifferente? Come reagisce di fronte a questa prospettiva?
- Possiamo essere discepoli degni a condizione di accogliere ogni altro discepolo.
L’ultima riflessione proposta per questi esercizi ti invita ad allargare lo sguardo su tutti quelli che hanno condiviso con te questo cammino, anche a coloro che hanno solo letto (o leggeranno) senza mai partecipare a nessun incontro. Puoi allargare a tutti coloro che accettano, pur tra mille difetti e limitazioni, di essere discepoli. Ebbene se tu vuoi essere discepoli e apostolo, sei invitato ad accoglierli tutti. Magari non tutti ti sono simpatici, non tutti ti sembrano adatti ad annunciare il Vangelo, con alcuni hai anche avuto qualche scontro. Sono “piccoli” nel senso di fragili e peccatori. Ma tutti sono chiamati. A te il compito di accoglierli, anche solo con un bicchier d’acqua fresca, che ai tempi di Gesù era comunque più raro di quanto lo possa essere oggi dalle nostre parti.
Quale gesto di accoglienza puoi vivere oggi come segno di una accoglienza più ampia da vivere nella nostra comunità.
Ecco allora alcuni esercizi da fare in questa quinta giornata.
- Leggi e rileggi la pagina di Vangelo, ascolta le parole di Gesù come proprio rivolte a te. Cerca di capire bene a quali aspetti della tua vita si stia riferendo e che cosa ti voglia proporre.
- Rispondi alle domande scritte in corsivo lungo questa meditazione e condividi le tue riflessioni con altri.
- Scrivi alcuni propositi che possa guidare la tua vita e rinnovarla dopo questi esercizi.
- Prega il Signore per la Chiesa, per questa comunità di credenti chiamatiad essere apostoli, prega perché il Signore mandi operai alla sua messe, e perché mandi ancora anche te.
Scegli tu almeno uno tra questi esercizi e vivilo con impegno e gioia oggi.